CITOFONARE FRANCY

Mi piace l’idea di seguire questa rubrica: Citofonare Francy.

Rispondere alle vostre domande mi stimola a insegnare sempre meglio e sempre di più.

Marta, ha accolto al volo la mia proposta e mi ha chiesto di spiegare meglio come si cuciono i triangoli in un patchwork.

Nei tempi lontani i triangoli venivano cuciti solo a mano, o tagliando direttamente la stoffa, oppure, come nel metodo inglese, tagliando i ritagli di giornali a forma di triangolo e rivestendo gli stessi ritagli con il tessuto. Una volta uniti i triangoli rivestiti a punto sopraggitto, i ritagli di carta venivano sfilati e, se ancora integri, venivano utilizzati per altri lavori.

Fortunatissimo chi ancora oggi trova un quilt antico con qualche ritaglio dimenticato, così da conservare traccia del passato.

Con l’avvento della macchina per cucire man mano disponibile in tutte le case, le tecniche di cucito del pacthwork hanno, man mano subito modifiche in modo da essere più veloci e precise.

Nulla da togliere al lavoro a mano, ancora oggi molto praticato da chi, come una seduta di yoga, cerca di rilassare mente e corpo cucendo pezzi di tessuto.

Eco che allora, ti indico i passaggi sostanziali della lavorazione dei triangoli ricordando anche che è disponibile un corso Base di patchwork con le tecniche migliori in passaggi semplici.

·         Prendi due quadrati di tessuto della misura finita del quadrato formato da 2 triangoli, e aggiungi ¾”

Per esempio: se il quadrato ha la misura finale di 3” i tuoi quadrati iniziali salranno di 3 ¾”

·         Appoggia diritto /diritto i due quadrati e disegna la diagonale con la penna Frixion  così quando stiri, il disegno scompare.

·         Cuci a ¼” a destra e sinistra della diagonale

·         Taglia sulla diagonale

·         Stira il lavoro aiutandoti con l’amido.

Ecco fatto, il gioco è davvero semplice. Prova con qualche pezzetto di tessuto e poi assembla il tutto. Ricorda che da ogni 2 quadrati di partenza in tinta unita, otterrai due quadrati composti dai triangoli.

 

Grazie a Marta per la sua domanda, e non vedo l’ora di rispondere a tante altre domande.

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